16 nov 2017

Quella mano era di Swami Roberto

Nel post "Chiesi aiuto a Swami Roberto" vi ho raccontato la straordinaria grazia di guarigione ricevuta da mia sorella Maria, ed oggi continuo il racconto, per dirvi ciò che successe in seguito:
Dopo alcuni anni la malformazione cardiaca congenita di mia sorella la portò di nuovo in pericolo di vita… in una situazione ancora più compromessa della precedente.
Mi ricordo che, per riassumere la situazione, il professore che avrebbe dovuto fare quella che per mia sorella sarebbe stata la 5^ operazione al cuore, disse a noi familiari:
“Guardate, il 1° intervento al cuore può capitare…
il 2° è più impegnativo, ma si può fare, a meno che non ci siano patologie particolari…
il 3° è molto critico… e figuriamoci l’eventuale 4° !
Il 5°… non si sa dove mettere mano”… come a dire che praticamente non c’erano speranze.
Il professore ci spiegò che senza l’intervento chirurgico mia sorella sarebbe andata incontro ad una terribile morte per soffocamento ma, d’altra parte, riguardo al possibile intervento ci disse: “Lei immagini di dover rattoppare una camicia, sempre sullo stesso punto… taglia e cuci, taglia e cuci, taglia e cuci… e ad un certo punto i tessuti non tengono più. Noi possiamo anche sostituire la valvola… ma c’è un insieme di cose ormai irrimediabili… è pressoché impossibile che sopravviva”.
In quello scenario, io chiesi aiuto a Swami Roberto… che almeno mia sorella non soffrisse. Cosa potevo chiedergli di più? Me l’aveva salvata in occasione dell’embolo riassorbito in modo inspiegabile, ma anche in un altro paio di occasioni…
Swami mi disse che avrebbe fatto quanto era possibile…
Rincuorati da queste sue parole, attendemmo l’esito di quel disperato intervento chirurgico: dopo alcune ore che aspettavamo in sala d’attesa, passò vicino a noi un’infermiera, alla quale chiedemmo se poteva dirci qualcosa, e lei rispose “dovete avere pazienza, stanno scendendo un millimetro all’ora, tanto la situazione è delicata”…
Altre ore d’attesa… e poi vedemmo il professore venirci incontro, per dirci “Volevo essere io a comunicarvelo. Una mano dall’alto mi ha guidato… l’intervento è andato bene… adesso bisogna vedere il decorso… speriamo”.
Io sapevo bene che quella mano era di Swami Roberto, e della grandezza del suo aiuto noi tutti ci rendemmo conto, quando poi i medici andarono in sala di rianimazione a svegliare mia sorella, e le chiesero:
“Allora, signora Maria, come si sente?”
E lei: “Sarei più contenta se fossi già operata”…
“Ma guardi che lei è già operata…"
“Ma nooo - fa lei - che non sono operata”.
Dovettero alzarle la mano per appoggiargliela sul petto, facendole sentire la fasciatura, affinché lei si rendesse conto che era stata veramente operata… perché non avvertiva nessun dolore, e si sentiva già bene.
Neanche a dirsi, tra lo stupore dei medici, la sua ripresa fu poi più rapida rispetto ai quattro precedenti interventi chirurgici, e Maria, che anche questa volta, a detta del medico, sembrava non avere nessuna speranza, poté invece vivere ancora per tanti anni.
Durante la ripresa miracolosa di Maria, avvenne una coincidenza straordinaria. Io avevo anche un’altra sorella, Bertilla, che… a differenza di Maria… non era affatto interessata alla mia scelta spirituale.
Anche lei nel corso degli anni aveva manifestato dei problemi cardiaci congeniti finché, un giorno, si recò a Cittadella, in provincia di Padova, per essere visitata da un professore specialista cardiologo, allora molto rinomato.
Proprio mentre la stava visitando, questo Professore ricevette la telefonata di un suo collega, e mia sorella sentì che al telefono lui diceva: “Ma no, è impossibile… è incredibile!”.
Messo giù il telefono, il Professore disse a mia sorella: “Signora, lei che non è mai stata operata al cuore è tanto preoccupata… pensi che mi ha telefonato un collega dell’ospedale di Vicenza che ha operato una persona per il 5° intervento cardiologico, il 5°. Ma ci pensa?”
Allora mia sorella gli disse: “Professore, mia sorella Maria è stata appena operata al cuore per la 5^ volta, proprio a Vicenza. Sarà lei…”.
Il professore subito richiamò il suo collega, il quale gli confermò che si trattava proprio di mia sorella Maria. E così mia sorella Bertilla mi raccontò che due insigni professori cardiologi stavano parlando del caso incredibile di nostra sorella Maria.