6 nov 2017

Chiesi aiuto a Swami Roberto

Dopo la vicenda straordinaria della guarigione di mia figlia, che ho già avuto modo di raccontare nella testimonianza “mia figlia ha riavuto la vita”  (nel sito di Anima Universale), oggi vi parlo di quanto è successo ad un’altra persona a me molto cara, mia sorella Maria, che è stata più volte miracolata dall’intervento di Swami Roberto.
Fin dalla giovinezza Maria ha manifestato dei problemi al cuore che l’hanno obbligata a cure mediche continue e, a partire dai trent’anni, anche a ripetuti interventi chirurgici.
All’inizio degli anni ’90, poco dopo che io mi ero consacrato sacerdote di Anima Universale, la situazione di salute di mia sorella precipitò improvvisamente: un embolo aveva provocato il malfunzionamento della valvola coronarica che i medici le avevano precedentemente innestato nel cuore, e Maria dovette essere ricoverata d’urgenza all’Ospedale di Vicenza con il rischio che da un momento all’altro si verificasse un arresto cardiaco, che a quel punto sarebbe stato letale.
Il primo responso dei medici che la visitarono fu drammatico: la situazione coronarica di mia sorella era ormai compromessa, bisognava intervenire immediatamente ma, vista la gravità delle sue condizioni, era assai difficile che l’operazione potesse riuscire…
Come se ciò non bastasse, mia sorella era agitatissima, e questo suo stato d’animo impediva di poter dare inizio all’operazione.
Io chiesi subito aiuto a Swami Roberto, che mi dette indicazione di portare a mia sorella un telino da Lui benedetto.
Mi ricordo ancora come fosse adesso il momento in cui, entrato in sala rianimazione, posi quel telino sul petto di mia sorella, e le dissi: “Maria, sono qui per portarti la benedizione di Roberto. Tu stai tranquilla, stai serena, stai calma”.
Non appena pronunciai quelle parole, mia sorella… che aveva una grande fede in Roberto e si recava in pellegrinaggio a Leinì ogniqualvolta io organizzavo i pullman… subito si rasserenò, ed io rimasi per alcuni lunghi momenti in silenzio… a guardare il suo viso nel quale era tornata non solo la calma, ma anche un’espressione di contentezza che era a dir poco sorprendente, se paragonata alla "tempesta" di preoccupazioni e dolore che l’aveva colpita nelle ore precedenti.
Dopo qualche minuto, ripresi il telino e lo chiusi in un pugno per non farmi notare troppo dai medici che, dall’esterno della sala, monitoravano continuamente la situazione…
Salutai mia sorella dicendole “Maria, adesso stai tranquilla. Hai ricevuto la benedizione di Roberto, e vedrai che andrà tutto bene”.
Quando io uscii dall’ospedale, venni poi a sapere che i medici chiamarono il marito di mia sorella, Armando, e gli chiesero:
“Quel signore che se ne è appena andato, chi è?”.
Mio cognato rispose: “È il fratello di mia moglie. Ma perché me lo chiedete?”… e tra sé pensava che si fossero accorti che io avevo messo quel telino sul petto di Maria, per cui credeva che lo stessero rimproverando.
Invece, quei medici si erano accorti che, in concomitanza con la mia presenza in quella sala, era successo che Maria si era tranquillizzata, le sue pulsazioni anomale erano rientrate nella norma… il ritmo dei battiti cardiaci si era stabilizzato.
A mio cognato infatti i medici dissero: “Sua moglie adesso è calma. La visita del fratello ha fatto succedere quello che noi avevamo cercato invano di ottenere" e, a loro insaputa, ciò era evidentemente accaduto proprio quando io avevo messo il panno benedetto da Swami Roberto su di lei.
Nel frattempo… senza essere al corrente di queste parole dei medici, che mio cognato mi avrebbe riferito solo più tardi… non appena fui da solo io aprii il pugno nel quale tenevo il panno e vidi che erano comparse delle macchie che sembravano di sangue.
Rimasi sbigottito! Il telino, da pulito che era, si era coperto di macchie rosse, pur se, nel punto dove lo avevo appoggiato sul corpo di mia sorella, di sangue non vi era traccia… anche perché non era stata ancora operata.
Intuii subito che qualcosa di importante doveva essere successo, e ne ebbi conferma più tardi: i medici constatarono infatti che era improvvisamente sparito l’embolo che impediva il corretto funzionamento della valvola artificiale, e per conseguenza era cessato anche l’incombente pericolo di un arresto cardiaco mortale.
Io potei così comprendere che quell’embolo era stato “assorbito”, in modo soprannaturale, da quel panno benedetto da Roberto che io avevo posto sul petto di mia sorella.
Venuta meno l’urgenza, con tutta calma i medici poterono fare ciò che era necessario per preparare mia sorella all’intervento chirurgico, che poi si svolse nel migliore dei modi, con la sostituzione della valvola artificiale e la soluzione di quel gravissimo problema cardiaco, e la vita di mia sorella poté tornare alla normalità.
Questa grazia straordinaria non fu comunque la sola che mia sorella ha ricevuto…